Storia del Monastero › Il Monastero: uno spazio di incontro

Quando lo Spirito prende forma

(rivisitazione di un articolo di Enzo Bianchi)

 

Che cosa rende identificabile come "monastero" un insieme di edifici? La presenza di una chiesa? Il chiostro? La sala capitolare? Il refettorio? La biblioteca? Le celle? L'insieme di tutti questi elementi? Eppure non sempre li troviamo presenti simultaneamente in un monastero. [...] Diciamo che, al di là della soluzione architettonica adottata, la condizione indispensabile affinché un complesso di edifici venga percepito come monastero è che vi si possano cogliere elementi di "vita" in senso forte: energie sviluppate da persone concrete, ma anche tracce, elementi che parlino di un'esistenza "piena di senso" in quel preciso luogo o testimonianze che lo è stata in una determinata epoca. Qualcuno potrà definire questo luogo uno "spazio in cui l'amore può circolare", in cui le varie presenze - di strutture, come di persone - sono compaginate attorno ad una ricerca di libertà interiore. Non a caso Chiara nella sua Regola parla non solo della correzione fraterna, ma soprattutto "dell'unità dell'amore mutuo e della pace" (RegCh, IV, 22), e dice chiaramente che le sorelle possano "tranquillamente manifestare le une alle altre le proprie necessità. Perché se la madre ama e nutre la figlia sua carnale, con quanto maggiore amore deve la sorella amare e nutrire la sua sorella spirituale?" (RegCh, VIII, 15-16), quindi della custodia dell'amore fraterno tra le sorelle. In questo senso si può accostare l'architettura di una regola monastica - l'insieme e l'ordinamento delle sue disposizioni, l'accento dato all'uno o all'altro aspetto della vita comune, le motivazioni di fondo che determiano le varie norme - con l'architettura di un monastero, la sua disposizione spaziale, il ruolo attribuito a muri e spazi comuni, il gioco di aperture e chiusure, il convergere di cammini e la salvaguardia di ambiti particolari: gli edifici stessi condizionano infatti la qualità della vita al loro interno. Come una comunità pensa degli spazi ben precisi, gli spazi a loro volta condizionano e costruiscono la comunità monastica. Un monastero nasce quando una comunità avverte l'esigenza di dare "vita" a un nuovo spazio per la carità fraterna. Sia che si tratti di impiantazioni in Paesi o diocesi dove erano assenti, o di nuove forme di vita monastica che cercano il contesto più favorevole per incarnarsi in un luogo e in un tempo, o ancora di comunità già insediate in monasteri di grande prestigio che avvertono il bisogno di abitare spazi più adeguati alla loro identità, le domande che stanno alla base del progetto architettonico sono spirituali. Quale volto concreto dare al monastero? Quale immagine si desidera che traspaia della via al suo interno? Da tali interrogativi scaturiscono decisioni capaci di plasmare la geografia di un luogo e di progettare l'edificazione o il cambiamento non solo di un monastero, ma di una comunità. Una tradizione occidentale definisce i monaci "amator loci", "amanti del luogo": proprio coloro che lasciano "casa, famiglia e campi" per seguire il Signore Gesù nel celibato e nella vita comune si sono sovente rivelati capaci - anche ai nostri giorni - di strappare terreni alla boscaglia, di terrazzare pendii scoscesi, di edificare monumenti alla bellezza, spazi di silenzio avvolti dalla natura e dalle sapienti mani dell'uomo. A questo riguardo basti vedere quanto è stato fatto dal 1963 fino ai nostri giorni per trasformare, riedificare, ripensare questo monastero. Infatti, proprio coloro che cercano di scrutare l'invisibile possono diventare maestri del visibile, coloro che anelano alla patria celeste rendono servizi più umili alle quotidiane realtà terrene, abbellendo quella creazione che assieme a loro "geme e soffre in attesa della redenzione" (Rm 8,22). Sì, i monasteri sono chiamati oggi come sempre a essere spazi vitali dove regni la carità, dove fiorisca l'annuncio della buona notizia della vita più forte della morte, dove ciascuno possa scoprire, secondo le parole del Salmo, "come è bello che i fratelli siano insieme".